Da Zelio de Moraes ai giorni nostri
Introdurre l'Umbanda senza parlare di Zelio de Moraes è praticamente impossibile. Zelio de Moraes infatti va considerato come il primo fondatore dell'Umbanda, che riuscì a coniugare armoniosamente le tradizioni religiose africane con lo spiritismo europeo, la spiritualità indiana e con le dottrine orientali, dando origine a un culto in continua espansione.
Zélio Fernandino de Moraes, chiamato affettuosamente Zezinho, nacque il 10 aprile del 1891 nel distretto di Neves, Município de São Gonçalo, a Rio de Janeiro.
All'età di diciassette anni, in procinto di servire le forze armate per entrare nella marina militare, gli capitò un fatto curioso: iniziò a parlare con un tono tranquillo e un accento assolutamente estraneo al suo modo di esprimersi, sembrando un uomo di età differente. Inizialmente i suoi genitori pensarono si trattasse di un disturbo nervoso: allarmati, eseguirono tutte le indagini del caso, facendolo visitare da differenti specialisti.
Lo zio del giovane Zelio, il dottor Epaminonda de Moraes, a quell'epoca era un'autorità nel campo psichiatrico ma, non ravvedendo nel nipote nessun sintomo presente nella letteratura medica ufficiale, consigliò alla sorella di portare il nipote da un prete esorcista.
Era convinto che il ragazzo fosse posseduto dal demonio: nulla di più lontano dal vero. Il rituale venne comunque eseguito, ma a questo non seguì nessun miglioramento. Anzi, poco tempo dopo il ragazzo si ammalò di una strana paralisi, anche questa impossibile da curare secondo la medicina ufficiale.
Dopo qualche tempo di infermità, Zelio, un bel giorno, alzandosi come poteva dal suo giaciglio, annunciò "Domani sarò guarito".
E così fu: il giorno seguente si alzò e tornò a camminare. Nessun medico potè spiegare razionalmente il fatto.
I genitori lo portarono da una guaritrice, Dona Candida, figura abbastanza conosciuta nella regione in cui abitava. Dona Candida incorporava, in stato di trance, lo spirito di un Preto Velho chiamato Tio Antonio, un africano defunto che aveva vissuto ai tempi della schiavitù.
Tio Antonio accolse il ragazzo, recitò alcune orazioni su di lui e dichiarò che il ragazzo aveva una forte medianità e che avrebbe dovuto metterla a disposizione del prossimo in un'opera di assoluta carità.
Il padre di Zelio, Joaquim Fernandino Costa, nonostante non frequentasse i centri di spiritismo Kardecista, che tanto successo riscuotevano nel Brasile del secolo scorso, aveva una buona conoscenza della letteratura di Allan Kardek e credeva fermamente nei suoi insegnamenti. Su suggerimento di un amico paterno, il 15 novembre del 1908, Zelio fu portato a una riunione spiritista a Niteroi. A un certo punto della sessione, contro tutte le regole, Zelio si erse nella sala e iniziò a parlare. Non era più la sua voce quella che usciva dalle sue labbra, ma quella di uno spirito indio, un Caboclo.